Le voci di dentro

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“Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.”

Fuori c’è il caos. Ma anche dentro.

Non è leggerezza, la mia. E’ più rumore di posate, risate, parole urlate e non ascoltate.

Somiglia alla cacofonia che precede la musica, quando i musicisti accordano gli strumenti e l’orchestra è ancora senza direttore.

E’ un casino spiegarlo.

Ma è assordante il frastuono che hanno dentro le persone silenziose.

“Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio… Tutto quell’infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.”

Un brusio sordo e costante fatto di robe raggomitolate, sensazioni sottopelle, pensieri arruffati che si impigliano tra le ciglia.

Sono le voci di dentro. Quelle che, a volte, mi fanno da tappeto e da cuscino.

In questa sinfonia di paradossi -o forse è solo rumore di stoviglie?- ci sono tutte le persone che ho incontrato, i libri che ho letto, i posti che ho visto, le cose che ho toccato.

Le irrequietezze, i sensi di colpa, la roba persa, le cose non capite, i buoni propositi ricoperti da strati di ruggine.

“Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando. Che sia troppo tardi, madame.”

Questo condominio incasinato l’ho chiamato Almayer.

Perchè, come la locanda di Oceano Mare, se ne sta lì, ad un passo dal mare in burrasca.

Dentro, ci sono tutte le voci di dentro.

Quella di Elisewin, che ha paura di tutto e di tutti, del professor Bartleboom che studia i limiti, del pittore Plasson, che dipinge il mare con l’acqua di mare, di Ann Deverià con i capelli sciolti e la lunga camicia da notte bianca e quella di Dira, la portinaia saccente.

Sembra che facciano i turni, a farmi compagnia.

Fuori ci sono io che a volte mi ingrandisco fino a diventare oceano, altre mi rimpicciolisco fino a diventare un’onda piccola che si infrange sulla riva.

“Sai cos’è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un’orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti. Se c’è un luogo, al mondo, in cui puoi non pensare a nulla, quel luogo è qui.”

Io, che un un giorno sono àncora e il giorno dopo, vela.

“Non è che io non abbia le idee chiare, le ho chiarissime, ma solo fino a un certo punto della questione. So perfettamente qual è la domanda. È la risposta che mi manca.”

Sono stata una bambina silenziosa ed introversa.

Poi sono diventata una donna introversa e silenziosa.

Taccio per ascoltare le voci di dentro e, in silenzio, penso ad alta voce.

“Aveva la bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli.”

Ecco, questo vorrei che un giorno dicessero di me.

30 pensieri su “Le voci di dentro

  1. Lo avevo letto questo post e mi era anche piaciuto perchè avevi estrapolato quelle frasi e le avevi fatte tue come a giustificare il fatto che tu sia una casinista dentro e fuori e vi è un perchè!
    Sul libro però resto della mia opinione, sicuramente ben scritto, si legge facile e ha dei buoni spunti ma nonostante ciò non riesco a vederlo come un capolavoro letterario di cui tra 100, 1000 anni sarà ancora letto e studiato! Un buon libro si, una pietra miliare della letteratura no!

    • Ha un sacco di detrattori, Baricco. Tanta gente che lo considera un sopravvalutato (ed io vorrei tanto leggere qualcosa scritto da questi signori.)
      A me invece piace, e quel libro l’ho divorato, adorato, amato.
      Quando trovo qualcuno che la pensa come me, mi rincuoro. Sono contenta che ti sia piaciuto anche il mio post, grazie! :))

  2. Gli introversi (io!) vivono piu’ dentro che fuori, un ribollir di tini, una pentola a pressione che non svalvola.
    Molto bello questo uso (im)proprio delle parole di Baricco piegate al tuo sentir.
    ml

  3. Credo che essere limpidi non sia una debolezza, al contrario ci vuole una grande forza per essere puri e trasparenti anche nelle proprie debolezze sia guardandoci allo specchio che davanti agli altri. È da temerari mostrarsi vulnerabili, pochi se lo possono davvero permettere.
    Ci sono luoghi dove il silenzio è meno fragoroso e ognuno di noi ha il suo posto dove il silenzio diventa musica. Per me è la montagna. Ti auguro di trovare anche tu un posto così.
    Bello leggerti.

    • Bisogna rompersi un po’, raffinarsi come un diamante, prendere consapevolezza delle proprie debolezze, conoscerle ad una ad una, per diventare trasparenti.
      Di una persona mi innamorano i punti deboli, le rotture, i cocci, non i punti di forza.
      Ti verrò a trovare in montagna, prima o poi. 🙂
      Bello quello che mi hai scritto, grazie. :)*

  4. Mi capita spesso di leggere e rileggere i tuoi post senza potermene saziare. Spesso ci ritrovo tanto di me, come del resto a te capita con qualcuno dei miei. Forse perchè il silenzio ci accomuna. Io sono una donna silenziosa che deve comunicare controvoglia con il mondo, ma appena posso mi rifugio nel mio personale rifugio in cui canto, ballo, invento ricette e recito poesie, tutto in perfetto silenzio. A volte vado a letto stanca per tutte le parole dette nella testa, benchè nessun suono mi abbia attraversato la gola. E’ bello specchiarmi nelle tue parole.

    • Ci accomunano tante cose, silenzio a parte.
      Spesso quando ti leggo è come se mi guardassi allo specchio: ritrovo una parte di me tra le tue parole, mi riconosco nei non detti e nel sottaciuto.
      Il silenzio è una scelta, un bisogno.
      Mi ammutolisco non perchè non sappia cosa dire. Al contrario, lo so talmente bene che allora mi taccio.
      E’ bello sapere di aver in comune con te un mondo fatto di parole ed uno, tutto nostro, fatto di silenzi.
      Buona giornata, Mela :-)*

  5. Hanno le ossa cave, come gli uccelli,
    le donne,
    e gli serve per volare,
    il passi pesanti del piombo,
    quando non risponde il cuore ai loro sentimenti,
    le donne,
    e lasciano impronte profonde
    anche quando volano,
    le donne.
    E se l’udito si riempie dei rumori attorno,
    a volte si mescola con la dolcezza dei pensieri,
    e allora è musica,
    nelle donne.

    • Le mie voci di dentro, in questo momento, si sono ammutolite. Commosse anche loro da questo regalo bellissimo.
      Perchè le tue parole sono state per me un dono prezioso ed inaspettato.
      Grazie, davvero.
      Ricambio con un abbraccio forte, di cuore.

  6. Che dirti stavolta, a parte brava?
    Brava, brava, brava!
    Mi hai fatto venire voglia di rileggerlo, quel libro meraviglioso!

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