
L’incompetenza deve pur avere un rumore. Secondo me di vetri rotti, di freni stridenti o di nasi soffiati.
Sicuramente avrà anche un odore. Sa di melma, di pesce marcio e di stanze sempre chiuse.
La riconosco nelle facce di chi si sente portatore di verità assolute, di chi si crede depositario dello scibile umano, di chi non sa nulla, ma appena può si assegna una laurea e una buona dose di sapienza.
I pulpiti sono fatti di sé e di troppe parole.
E a me quelli che sermoneggiano con toni di solenne superiorità, se una volta mi provocavano sbadigli, adesso mi fanno venire due palle così che mi ci vuole la carriola.
Perché attorno a me, ultimamente, è tutto un pullulare di esperti di medicina, di virologia, di sanità.
L’argomento non è importante, loro in quanto esperti discettano su ogni cosa e tramutano opinioni personali in principi assodati, spacciano cretinate lette su Facebook per teorie scientifiche e laddove servirebbe silenzio e rispetto, provocano di proposito schiamazzi e crociate.
Confondono la libertà di espressione con l’espressione fuori controllo e con la scusa che in un sistema democratico ognuno è legittimato a dire ciò che vuole, dicono cose di cui non hanno conoscenza, né autorità.
Eppure la presunzione spacciata per competenza fa proseliti perché quel poco che sanno te lo vendono così farcito, confezionato e infiocchettato da fartelo sembrare credibile. Poi togli i fiocchi, apri la scatola e manca il contenuto.
Parlare di quel che si conosce, ecco cosa si dovrebbe fare.
Perché un conto è dire che una cosa piace o non piace o che è giusta o sbagliata.
Ma, ad entrare nel merito di quella cosa, dovrebbero essere solo coloro che l’hanno studiata, analizzata e approfondita, che hanno la competenza, la preparazione e l’esperienza per potersi esprimere.
Ad esempio, su un’opera di Renzo Piano, io al massimo posso avere in giudizio puramente estetico, ma sarei sciocca se mi mettessi a contestare le tecniche di sviluppo di una struttura a guscio.
Semplicemente perché non ho studiato Architettura e nulla so di scienza delle costruzioni, di fisica tecnica e di progettazione.
Eppure quando ho detto che, in tema di salute in generale e di vaccini in particolare, dovremmo affidarci alla scienza e alla ricerca e non ai ciarlatani su internet, un tizio con la laurea triennale in Viticoltura ed Enologia, con tesi sulla vinificazione in anfora, mi ha risposto con astruse teorie sulla modificazione genetica del Dna e alla fine mi ha tacciato di essere stolta e pure incosciente.
Evidentemente quel giorno aveva esagerato con il Cabernet-Sauvignon.
So di non sapere, diceva Socrate.
Cu sapi, sapi e a cu nun sapi, ‘nzignaccilla (chi sa, sa e a chi non sa, si insegna), diceva mio nonno.
Socrate e mio nonno avevano ragione, questo almeno lo so.
Quali sono le altre mie competenze?
So separare gli zampironi senza romperli, dal 1998.