Era il 2004 ed avevo appena finito di leggere L’ombra del vento. Tutto d’un fiato, divorando pagina dopo pagina. Alla fine, ricordo di aver chiuso il libro di Zafòn sospirando ed accarezzando la copertina con nostalgia.
Quella del cimitero dei libri dimenticati, un’enorme biblioteca nella quale conservare migliaia di volumi sottratti all’oblio, mi era sembrata un’idea geniale e anche commovente.
Peccato non fosse venuta a me, mi ero detta.
Come per i libri, sarebbe bello creare anche un cimitero delle parole dimenticate, mi ero detta un attimo dopo.
Quell’idea è rimasta lì, sospesa per un po’. Poi è finita dentro al solito cassetto insieme agli altri sogni.
Anche Sabrina D’Alessandro deve aver avuto la mia stessa idea. Ma per fortuna lei, il cimitero delle parole dimenticate, lo ha creato davvero. E non solo. Da buona restauratrice di parole ha istituito pure l’Ufficio reserrezione delle parole smarrite, un ente preposto al recupero di tutte quelle parole del nostro vocabolario che, col passare degli anni, sono finite nel dimenticatoio. Un luogo dove poter andare a far visita ai vocaboli che non hanno retto al castigo del tempo e delle mode. Un tempio della memoria ma, anche un luogo dove le parole, altrimenti smarrite, possono risorgere e tornare a vivere. Perchè “le parole muoiono se dimenticate; in questo senso un luogo della rimembranza permette a parole altrimenti defunte di tornare ad esserci“.
Parole strane, rare, desuete, obsolete. Termini spesso dimenticati e caduti in un ingiusto oblio. Vocaboli da salvare.
Io ho scelto di adottarne dieci, promettendo di averne cura, quasi fossero oggetti preziosi. Un decalogo di parole da custodire affinchè non vadano smarrite:
1) ubbìa: idea priva di fondamento, preconcetto ingiustificato, pregiudizio infondato, fissazione. Ubbìa è quindi una fisima.
2) solipsista: persona egocentrica, che mostra un atteggiamento esasperatamente individualistico, colui che nega ogni esistenza al di fuori della propria. Solipsista è quindi un megalomane.
3) scopamestieri: colui che cambia lavoro frequentemente, che appena comincia ad imparare un’arte o un mestiere se ne stanca e passa subito ad altro. Scopamestieri è quindi un perenne insoddisfatto.
4) oniomania: bisogno incontrollabile di fare acquisti, desiderio morboso di acquistare qualunque cosa. Oniomania è quindi la sindrome dello shopping compulsivo.
5) salapuzio: uomo di bassa statura ma con un’alta considerazione di sè, che si rende ridicolo per un atteggiamento saccente. Salapuzio è quindi un ometto, piccolo ed arrogante.
6) culaio: persona importuna, noiosa, irritante, come la mosca cavallina che molesta le parti posteriori del cavallo. Culaio è quindi una persona fastidiosa.
7) lavaceci: uomo sciocco, ottuso, di poco conto. Lavaceci è quindi uno stupido.
8) sinforosa: persona svenevole e smorfiosa, donna matura che veste e si comporta come una giovinetta. Sinforosa è quindi una tardona.
9) lattonzolo: colui che non è stato ancora svezzato, persona infantile, immatura. Lattonzolo è quindi un bamboccione.
10) effemeridista: giornalista, gazzettiere, persona che osserva e registra di giorno in giorno, di ora in ora, fenomeni, avvenimenti, eventi. Io sarei quindi un effemeridista.
Ci sono persone che collezionano francobolli, farfalle o monete antiche. Sabrina D’Alessandro ha deciso di collezionare parole altrimenti smarrite. Ed io ho scelto di adottarne dieci, affinche possano tornare ad esserci. Un decalogo “per ricordare. Per scrutare tra le pieghe delle parole come si scruta un’anima. E viceversa”.