C’è il rossetto rosso che certi giorni mi tiene in vita e l’orgoglio che invece mi tiene a freno.
C’è la pizza da mettere in forno e l’anima da mettere in pace.
C’è un sapore che mi ricorda un profumo e un profumo che mi ricorda una voce.
E c’è un silenzio pieno di parole taciute, in mezzo al resto che fa solo rumore.
Ci sono le bollette da pagare e i conti da far tornare.
Ci sono le puntate di Narcos da vedere, le mail a cui rispondere, lo spam da ignorare.
Ci sono i tetti di Montmartre da fotografare e il Central Park da visitare.
E ci sono così tante cose da dire, ma le mie parole giocano a nascondino.
C’è la voglia di allentare la stretta sul manubrio, togliere i piedi dai pedali, chiudere gli occhi e sentire il vento in faccia.
C’è che a volte basta poco così per arrivare tanto più in là.
C’è che non mi curo molto del giudizio altrui, ma sto attenta al mio che so essere severo.
E c’è il coraggio, quello che infondo agli altri per ricordarmi di averne.
Ci sono pensieri da abbandonare ed altri a cui aggrapparmi per non annaspare.
Ci sono vecchi lividi da sbiadire e nuovi inchiostri da infilare sottopelle.
Ci sono le distanze che sfuggono e le ore che non bastano.
E ci sono le carezze che non posso dare e gli insulti che non posso dire.
C’è la torre sbilenca di libri già letti e pagine che attendono ancora i miei occhi avidi.
C’è chi aggiunge orpelli, fronzoli e ghirigori e chi ha imparato a dire le cose con metà parole, sperando che bastino.
C’è che se scrivere è travestirsi, io preferisco chi si denuda.
E c’è che, alla fine, si riduce tutto ad avere qualcosa a cui pensare.
Ci sono luoghi senza mura, ma pieni zeppi di nascondigli.
Ci sono tramonti sempre più rossi e sempre più tardi, come se il buio sapesse che deve aspettare ancora un po’.
Ci sono le foto che con il tempo si sciupano e i ricordi che con il tempo migliorano.
E ci sono giorni che possono essere anche uguali, ma io no.
C’è che il modo più bello di voler bene è quello dei bambini, senza chiedersi perché.
C’è il tempo che è un setaccio e separa le voglie dai bisogni e ci sono io che oggi li ho entrambi, domani si vedrà.
C’è dell’altro, guardando oltre.
E poi c’è il mare.
(Volendo, ci sarebbe anche il mio nuovo avatar. E’ un regalo di Ysingrinus, uno che con le parole e le immagini ci gioca, ma con le persone mai.)