Duemila14

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Augurarsi ed augurare che il nuovo anno sia migliore del precedente è consuetudine antica. Una formula di rito, un cerimoniale scaramantico.

Non vi piacerebbe che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?” chiedeva il passeggere di Giacomo Leopardi al venditore di almanacchi. “Signor no, non mi piacerebbe“.

No, non piacerebbe neanche a me. Ciò che è stato è ormai archiviato, ciò che sarà, sarà comunque un’opportunità. Da vivere, attimo per attimo. Collezionando momenti. Sfogliando almanacchi.

E così, fra ricordi e sogni, mi ritrovo, a meno di quarantotto ore dalla fine dell’anno, a fare il consueto elenco di buoni propositi per l’anno che verrà.

Il Duemila13, nelle mie intenzioni, doveva essere l’anno della qualità. E così è stato. Ho sfrondato cose, sfoltito rapporti, limato persone. Ho inseguito obiettivi, ho conosciuto nuova gente, ho creato PindaricaMente. Ho imparato a dire di no, ho parlato di meno e letto di più.

Il mio proposito per il Duemila14 è quello di fare cose mai fatte prima. Oppure di non fare sempre le stesse cose.

Che sia, per tutti, l’inizio di un nuovo inizio.

Io brindo a me. E al mio almanacco nuovo. Buon Duemila14!