Ventuno grammi

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Leggera come due gallette di riso, un cioccolatino, una carta di credito.

Eppure ci sono giorni in cui pesano tantissimo quei 21 grammi che dicono essere il peso dell’anima.

E ci sono storie di vita e di morte che si intrecciano nell’andirivieni di un mondo sfilacciato, squilibrato e colmo.

C’è la storia di Giada, 26 anni, fagocitata da giornate ingorde e bulimiche che chiedono di essere efficienti come macchine e veloci come automi.

Perché non si può restare indietro, né si possono deludere le aspettative altrui.

Nulla di ciò che aveva raccontato della propria vita era vero: non c’era nessun esame superato, non c’era nessuna tesi da discutere, ma Giada aveva organizzato quello che doveva essere il giorno della laurea nei minimi dettagli.

Aveva indossato il vestito più bello, scelto le bomboniere, prenotato il ristorante per il pranzo con amici e parenti.

Quando però i 21 grammi della sua anima hanno cominciato a pesare come se fossero 21 tonnellate, Giada si è buttata giù dal tetto dell’Università, dissolvendosi in una polvere fatta di menzogne, fragilità, doveri mai desiderati, sensi di colpa e singhiozzi.

Ventuno grammi di anima tagliata male.

E poi c’è la storia di Italo, 82 anni, occhi antichi e una mente che ribolle e non si acquieta.

Si è iscritto a Filosofia in cerca di risposte al dolore per la perdita della moglie, per curarsi l’anima dopo che quella della sua adorata Angela è volata chissà dove.

Ma l’anima non si ripara facilmente, non è come il cuore, non si trapianta.

Che cosa è l’anima?

E’ coscienza, è un soffio che ha la parvenza di eterno, è l’embrione di ciò che si è, è l’assenza del raziocinio oppure è il distillato del sentimento?

Esiste l’anima? E se esiste, dove va a finire dopo la morte? Quali forme assume?

Sono queste le domande tormentose e ossessive che hanno accompagnato Italo negli anni di lutto.

E quando la guerriglia del cuore si è un po’ attutita, Italo ha deciso di affrontare il dubbio filosofico, di sfidare la logica e i paradigmi della scienza per trovare conforto e risposte.

Ha attraversato territori fatti di ovatta e di spirito ed è andato oltre lo spazio, il tempo e la materia.

Oltre a ciò che la ragione umana può comprendere.

E, alla fine, ha preferito credere a Platone, a Tommaso Moro, a Pascal. A chi gli ha dato la possibilità di credere all’immortalità dell’anima.

Adesso Italo sta imparando daccapo il senso della vita.

Continua a vivere come metà, ma ora sa di essere la frazione invariabile di un doppio e che un giorno potrà ricongiungersi con la parte che gli manca.

Giada e Italo. Due portatori d’anima che, per motivi differenti, hanno accarezzato la mia.

Che ogni tanto pesa più di 21 grammi, ma metà sono per uso personale.

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35 pensieri su “Ventuno grammi

  1. Mi hai fatto commuovere. Cos’è l’anima? Cosa ce ne facciamo a volte di lei? Pesa? A volte sì a volte no a volte urla. 21 grammi di bellezza assoluta i tuoi.

    • Ora però mi fai commuovere tu…🙏❤️
      Non so cosa sia l’anima, per me è comunque una cosa che esiste.
      Mi piace immaginarla come una scintilla di energia, un fascio di luce.
      E se dovessi darle un colore sarebbe indaco. 😊

  2. quei 21 grammi a peso variabile, piume e macigni, li sentiamo nelle storie degli altri, ma soprattutto ce li portiamo appresso, come dici tu, per uso personale. Nel corso della vita li identifichiamo negli oggetti o situazioni simbolo più svariati, segreti al mondo e non sempre chiari nemmeno a noi stessi.
    molto apprezzato
    ml

  3. Hai lavorato di leggerezza, con parole delicate, come si conviene al più delicato dei tessuti. L’anima è un tulle impalpabile, sostiene ricami pesanti anche se pare fragile, a volte si smaglia, altre si strappa e non sempre si riesce recuperare. Però resta prezioso.

    • Avevo un po’ di timore ad affrontare un argomento così grande.
      Mi ci sono avvicinata in punta di piedi e se traspare sono davvero contenta!
      Ti abbraccio forte, anima bella! ❤️

  4. Stavolta mi hai messo in difficoltà e non trovo alcun modo per sfottere il post quindi, per una volta (ma non ti ci abituare!) mi limito solo a dire ma che bel post che hai fatto!

  5. tutto il peso dell’anima è nel nome,
    l’essenza invece è sparsa dappertutto
    e a volte luccica d’aria e arcobaleni,
    oppure è corazza che impedisce,
    o è legno che cresce e accetta i nodi,
    altre volte è solo carne che s’incontra ed esulta,
    oppure tace.
    Il peso del silenzio dell’anima qual è?
    Lo posso immaginare: è infinito,
    come la colpa che non si merita,
    come la decisione malpresa,
    o la delusione incipiente,
    allora l’anima ha bisogno di parole non sue,
    d’un soffio che la convinca
    che non lei,
    ma la parte inutile del mondo le pesa addosso..
    Tutto il peso dell’anima è nel nome
    in quel soffio che vola
    ed è organza, seta, trama di colore
    che vola e avvolge e riscalda
    e parla.
    E a chi l’ascolta, amando, parla.

    Grazie Josè per il tuo farmi riflettere e per il tuo entrare sorridendo nella mia casa.

  6. Oh, finalmente ti sei decisa a tornare a scrivere?!
    Bellissimo questo post, bellissime le tue riflessioni!
    (Farà centinaia, anzi milioni di visualizzazioni, alla faccia di chi per fare numeri alti è costretto a comprarsi fake follower 😂😂😂)

    • Ahahahah! 😂😂😂
      Cazzi loro, comunque. A me ‘ste cose mettono solo tanta, tantissima tristezza.
      Che poi chi lo fa, di solito è chi fino ad ieri stigmatizzava chi lo faceva.
      Ergo sono più ipocriti e finti dei loro finti follower. 🙄

    • Grazie, ne sono lusingata! 🙏❤️
      È che sono temi che toccano corde e sensibilità profonde e sono difficili da approcciare.
      Se ci sono riuscita, allora sono contenta. 😊

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