Tutto sarebbe più facile se fossi solo una.
E invece contengo mille me.
Un condominio incasinato e abitato da un’infinità di matrioske che se ne stanno lì, una dentro l’altra, sul fondo del mio fondo, senza nemmeno pagare l’affitto.
Così ogni tanto prendo un ascensore e vado giù.
Parto da me e, con un bagaglio leggero, provo ad arrivare alla vera me.
E’ un viaggio che non ce n’è uno uguale e da cui non torno mai come sono partita.
Procedo, inciampo, scavo, scovo, rovisto.
Per capire chi sono stata e per non dimenticare chi sono diventata.
Lungo questo cammino verso l’interno, ci sono le strade che ho intravisto e poi abbandonato e quelle che ho percorso e mai più percorrerò.
Ci sono i viottoli poco frequentati, le salite lente e tortuose, le discese ripide e pericolose, gli incroci senza semafori e le piazze dove la gente sfreccia senza voltarsi.
Ci sono i pensieri di marmo, i sorrisi di creta, le promesse non mantenute, le scatole che mi porto dietro da una vita all’altra e il suono di passi incerti e titubanti.
I miei.
Quelli di quando cammino senza direzione, come una turista che si è persa.
Poi però parte un giro di basso o il sax di una vecchia canzone e allora rallento e mi godo il paesaggio.
Mi faccio largo tra mucchi di pensieri senza senso, strati di robe inutili, cumuli di storie strane e altri mille fardelli che pesano, frenano, bloccano.
Ma io non ho paura.
Perché so che lì, da qualche parte, c’è una costruzione bassa e un po’ sgarrupata, con le mura in pietra piene di rampicanti, da cui se mi affaccio vedo il mare.
“θάλαττα! θάλαττα!” grido, proprio come i diecimila mercenari greci di cui narra Senofonte.
Uno non lo sa cosa ha dentro finché non scende nel profondo.
Però il senso deve per forza essere lì. Non altrove.
E se non troverò niente nel viaggio di andata, troverò qualcosa in quello di ritorno.
Che ogni viaggio verso l’interno, si sa, è un viaggio verso l’alto.
Ne vale la pena?
Ne vale la pena.
Basta un ascensore ed un bagaglio pieno di dubbi.
Perché chi parte con i dubbi difficilmente perderà roba per strada.
Conosco bene il tragitto per questo viaggio, bellissimo pezzo 😀
Ma grazie! 🙏
Fra noi viaggiatori interiori ci riconosciamo sempre. 😊
Eh sì anche se le cose che vediamo fuori dal finestrino non sono mai le stesse la direzione è quella 😀
Un viaggio verso l’interno è un viaggio verso l’intero di noi stessi.
Eletta
Sì, la meta è quella, Eletta.
Si attraversano le parti per raggiungere il tutto.
🍂🍁🌰🍃 o si attraversano le parti per raggiungere il nulla.
Vuoto zen nirvana mu
Due cose:
1. quel passo dell’Anabasi è una delle cose più commoventi della storia della letteratura. E lo dice uno che odia la guerra, i mercenari e Senofonte;
2. il problema è che, per il “dentro di noi”, non c’è una mappa.
Non c’è, e infatti io procedo a tentoni, senza bussola, un passo alla volta, su una strada che è più tortuosa di me.
Ma da qualche parte arriverò, no? 🙂
A me Senofonte, tutto sommato, è sempre piaciuto. Più che le opere storiche ricordo le traduzioni che facevo al liceo dei suoi scritti filosofici (Apologia di Socrate o Simposio) e il suo greco, con quel fraseggio breve, semplice e chiaro mi era decisamente meno ostico di quello di Tucidite, ad esempio.
Vabbè, una vita fa! 🙂
Buona giornata, Gab. :)*
Io invece l’ho sempre trovato difficile, Anabasi a parte. Un po’ come Seneca: frasi brevi, ma idee ingarbugliate.
Bellissimo! Valeva la pena aspettarti un po’ se poi tiri fuori cose come queste. L’avrei fatto precedere da quella citazione di Whitman “Mi contraddice? Certo, contento moltitudini!” (Vado a memoria, forse non è esattamente così, ma il senso è quello)
Credo che fosse “contengo”, ma sono certa che se lo avessi citato Whitman sarebbe stato contento. 😂
Grazie di avermi aspettato, Giacani.
E di non avermi cazziato per averti defollowato.
Mi chiedo ancora come sia stato possibile! 🙄
Mille me mille te mille noi! Mi fai tremare l’anima. Perchè la tua è grande!
Siamo una multiproprietà, Lauretta!
E che dirti se non grazie?
Considerati abbracciata forte forte. 🤗❤️
Verissimo. E grazie al Cielo che siamo così!!!
Io pure sopra e sotto, sotto e sopra.. e ma gliel’ho detto alle altre: questa casa non è un albergo! Eh!
Ps. Che meraviglia questo post ❤️
E che fatica poi ogni volta infilarle una dentro l’altra, cercando di fare ordine.
Se proprio non vogliono pagare l’affitto, ogni tanto potrebbero pure contribuire ad una rata del mutuo, no?
(Sono contenta che ti sia piaciuto, Tif! ❤️
E la prossima volta che vengo a Roma giuro che ti chiamo per un caffè! La volta scorsa è stato solo per un fine settimana, con una tabella di marcia che non ti dico. Ma Roma è così bella…❤️)
Io però le adoro, non rinuncerei a nessuna di loro. Ciò non toglie che l’affitto pro rata non glielo toglie nessuno! 😆 (ps. Lo esigo, sarebbe bellissimo conoscersi dal vivo❤️)
È una promessa! 😘😘
Ma che meraviglia di viaggio 😍!!!
Sai, José, ho viaggiato molto anch’io. Più dentro che fuori di me. Lì gli spazi sono infiniti. Ti regalano la possibilità di cambiare. Ci sono sentieri, dentro, che puoi percorrere mille volte e ogni volta in modo nuovo scoprendo che essi stessi sono sempre diversi. Assumono luce, colore e sapore allineandosi al tuo bisogno o al tuo piano di realtà. O di sogno. Questione di prospettive. Ti regalano metamorfosi continue e sorprendenti. Ti lavano le lacrime appiccicate all’anima.
Quando riesci a viaggiare dentro stai sicuro che accadrà qualcosa di straordinario che non dimenticherai mai più. Non è difficile ed è alla portata di tutti. Un percorso interiore che può incominciare, finire e rinnovarsi ogni giorno.
E in attesa del prossimo viaggio, ti mando un grosso bacio e un forte abbraccio 😘❤️
È esattamente come lo hai descritto tu.
È un percorso di consapevolezza che precede sempre qualche cambiamento.
E secondo me, io e te, in uno di questi viaggi, ci siamo anche incontrate e abbiamo fatto un pezzo di strada insieme. Chissà.
Ricambio il bacio e l’abbraccio, sei tanto cara! 🤗❤️😘
L’introspezione è davvero un bel viaggio.
Uno di quelli da fare da soli, in silenzio, alla ricerca di un senso.
E tu in poche righe lo hai spiegato benissimo.
Per caso fai yoga o pratichi discipline orientali?
Ciao e colgo l’occasione per dirti che è sempre un piacere leggerti e che dovresti scrivere di più. 😊
Ed io ne approfitto per ringraziare te delle belle e fin troppo generose parole. 🙏❤️
Sì, faccio yoga da 14 anni, ma in realtà sono sempre stata un po’ introspettiva e cogitabonda.
Ora però ho strumenti, tecniche e un po’ di consapevolezza in più per intraprendere certi “viaggi”.
(Meglio virgolettare, sennò sembra che io mi faccia di acido! 😂)
Grazie ancora, Anto! 🤗😘
Le tue parole ogni volta sembrano messe in fila con semplicità e invece ad una lettura attenta emerge tutto lo sforzo che fai a limare e sfrondare il superfluo.
Questa cosa me l’hai detta tu una volta e da allora ci faccio sempre più caso.
Tutto questo giro di parole per dirti che sei brava, Jo!
Dai, quasi quasi ti chiamo e te lo dico a voce. 😊
Io invece parola ne uso solo una: grazie. <333
Sono i viaggi migliori che si possano mai fare!
Lo so, e so che anche tu sei molto introspettivo.
Si vede dai disegni che fai e dall’uso del colore.
Ognuno insomma viaggia con gli strumenti che ha 😊
Si viaggia con quel che si può!
ne vale la pena, si 😊
Lo credo anch’io.
E poi se l’anabasi è faticosa, la catabasi sarà sicuramente catartica.
E alla fine se ne esce alleggeriti, ma più consapevoli.
Grazie, Giuliana. 😘
Buon viaggio mia cara, voglio augurartelo con queste parole che le tue bellissime mi hanno riportato alla memoria
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta;
più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare. (C. Kavafis)
❤
Ma che meraviglia è questa poesia di Kavafis?
In questi anni e tutte le volte che avevo una meta da raggiungere, questi versi sono stati la mia bussola.
Quindi, grazie!
Ci vediamo ad Itaca, mia cara.
Ci aspettano tè e biscottini. ❤️🤗
😍❤
Buon viaggio! Torna presto però! 😀
Dipende dall’ascensore!
Di solito quando serve a me è sempre occupato.
E comunque è tutta colpa tua, non mi hai voluto portare lassù e allora me ne vado laggiù. 😊
Azz…colpa mia? Io veramente ero rimasto al che passavi tu a portarmi lassu! 😛
Sono passata, ma tu non c’eri.
Eri su fb e scrinsciottare i post di quelle fulminate delle pancine. 😂❤️
Ahahahah ma se neppure ce l’ho FB io! Però quelle sono delle fulminate! 😀