Io sto alla cucina come Cicciolina sta alla politica.
Non distinguo un porro da uno scalogno, la maggiorana dall’origano, una seppia da un calamaro, un mestolo da una schiumarola. Non ho mai capito a che serve l’erba cipollina o la colla di pesce o il lievito madre.
Non ho mai capito come fa la maionese ad impazzire, come mai non tutte le ciambelle vengono col buco e come si può rigirare la frittata senza romperla.
Odio cucinare. Non so fare nemmeno un uovo al tegamino, sporco duemila pentole per fare un budino e mi brucio sempre le mani quando scolo l’acqua della pasta. Pasta, di solito, scotta e mangiata.
(Scusate, il citofono. Deve essere Carlo Cracco).
Odio stare ai fornelli. Odio preparare la tavola. Odio pesare, dosare, calcolare, misurare ogni cosa. Odio il pizzico di sale, il filo d’olio, il pepe q.b. Per anni ho pensato che q.b. fosse la marca del pepe. Poi, un giorno, mi hanno spiegato che q.b., in cucina, vuol dire quanto basta. Da quel giorno, per me, q.b. vuol dire stare in cucina quanto basta. E, per me, anche cinque minuti fanno la differenza.
Odio le trasmissioni di cucina. A qualsiasi orario e su qualsiasi canale c’è sempre qualcuno che sfornella. Un tripudio di padelle sfrigolanti, di tagliatelle di nonna Pina, di ricette facili facili con cose che abbiamo in casa. Peccato, però, che quelle cose lì, a casa mia, non ci sono mai. Non c’è lo zenzero, nè il coriandolo fresco, nè i semi di cumino e neanche il bastoncino di vaniglia.
Ci sono poi dei piatti in cui non mi cimento proprio. Alcuni, per rispetto della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Altri, perchè mi sono stati vietati dall’assemblea di condominio. Ricordo ancora quel giorno di culinaria follia quando, per cuocere una bistecca, ho dato fuoco a mezza cucina. La bistecca, comunque, non era proprio bruciata, era solo ben cotta. Però i miei vicini hanno chiamato lo stesso i pompieri.
Da allora, il mio piatto forte è il pinzimonio.
Naturalmente odio anche le cene condivise, quelle dove ognuno-porta-qualcosa. Quelle dove io mi limito a portare da bere o a comprare il dolce. E quando la pasticceria è chiusa mi limito a rispondere “grazie dell’invito ma verrò dopo cena”.
E pensare che mia mamma è la regina dei fornelli. Ed io, invece, la regina dei surgelati. E pensare che mia nonna era una cuoca da Cucchiaio d’oro. Ed io, al massimo, da cucchiaio di legno.
Però sono bravissima a mangiare. So scegliere il vino, so fare i 4 salti in padella e so aprire le scatolette di tonno senza rompere la linguetta. E poi so ordinare la pizza in tutte le lingue del mondo.
Sono pure simpatica. Dunque, non posso essere anche una brava cuoca.
cucino per necessità e pure mi piace. Forse mi piace quando c’è compagnia e il q.b. schianta tutti.
Già aprire una scatoletta di tonno senza rompere la linguetta rivela la chef che è in te 🙂
Hai ragione, in effetti ci vuole arte e maestria ad aprire una scatoletta di tonno. Quasi quasi mi candido per la prossima edizione di Masterchef! 😉
si diventa regina dei fornelli per due motivi secondo me, primo avere tanto amore per le persone accanto a te, secondo avere figli e parenti buongustai.E poi cucinando con amore tutto ti viene buonissimo.Grazie del complimento.
Hai ragione. E comunque, fornelli a parte, tu per noi sei la regina della casa!
Per essere una che non ama cucinare sai i nomi e cognomi di tutte le spezie esistenti sul mercato…
Un enciclopedia vivente.
Potresti sfruttare questo tuo talento per fare l’esperta in un talk show culinario… 😀
Un abbraccio.
Nicola
Macchè….sono proprio una frana! Sai cosa mi sarebbe davvero piaciuto fare? La giornalista eno-gastronomica, quella che va per ristoranti e mangia e beve a scrocco. Che goduria! 🙂
Sei assolutamente simpatica…bello ordinare la pizza in tutte le lingue del mondo!
Mi hai fatto ridere di cuore.Una gustosa sana ironia,q.b naturalmente!
Grazie! Ma un giorno imparerò a cucinare e farò come tutte: aprirò un food blog e posterò le foto delle mie lasagne! 🙂
(Grazie anche del follow.)
No ti pregoooooooooooo,un food blog noooooooooooo!!! 😀
Mia suocera sostituisce il q.b. con ” quanto te ne chiede”. Così alla domanda “ma quanta farina devo mettere nell’impasto degli gnocchi?” ti senti rispondere”Quanta te ne chiede”
Ma a voi gli gnocchi hanno mai parlato?
E comunque Giusi, non saprai cucinare(purtroppo devo confermare) ma sai scrivere.
E questo è un grosso punto a tuo favore!
Saprò anche scrivere, ma con la scrittura non si magna! A proposito, quando me la rifai la tua rinomata pasta con le sarde? 😉
Ti capisco! Qualche anno fa presa dal demone della Parodi comprai dei chiodi di garofano… sono ancora sulla scaffale, fermi, immobili che mi guardano e gridano vendetta.
Bugiarda! Io a casa tua ho mangiato sempre bene!!! Per quanto riguarda i chiodi di garofano…non potresti attaccarli al muro e appenderci un quadro? 🙂
Ci ho provato. Si piegano nonostante anni di invecchiamento. Potrei spargerli davanti al garage del vicino fastidioso.
Brava! Giovedì quando vengo li usiamo per bucargli le ruote o rigargli la macchina! 🙂
La soluzione migliore è sempre il buon vecchio prosciutto al cartoccio: apri il cartoccio e mangi il prosciutto.
Ahahahaahaha! Questo piatto nel mio menù mancava! Grazie della dritta! 🙂
Ci mancherebbe. Guardare Masterchef servirà pur a qualcosa.
Comunque…Cicciolina è stata parlamentare, per dire. Quindi tu puoi sempre aprire un ristorante.
Perche no? Lo potrei chiamare (DIS)SAPORI.
Avrei la fila dietro la porta ! 😉
non sottovalutare la scelta dei vini…e poi oltre al pinzimonio ci sono anche le insalate…
Per me una napoli comunque…doppia mozzarella 🙂
A te pare facile fare l’insalata…..
Indivia o lattuga? Cappuccio o a costa lunga? No, no…ti ordino la pizza che è meglio! 🙂
io quando la faccio sembra un insalata di riso da ciò che ci metto dentro…comunque vada per la pizza…io porto le birre allora 🙂