Fenomenologia dello shopping natalizio

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Ci siamo. Dicembre è arrivato. Puntuale, come sempre. E anche il mood natalizio è stato attivato. Puntuale, come da tradizione.

Un rituale collettivo fatto di luci, addobbi, colori, sapori. Di atmosfere incantate, ovattate, contagiose. E di fenomeni misteriosi.

Perchè lo shopping natalizio rimane per me un mistero. Un fenomeno oscuro ed inspiegabile. Un fenomeno di cui nessuno parla ma che, ad ogni Natale, coinvolge molte vite umane.

Basta entrare, durante il periodo natalizio, in un qualsiasi centro commerciale  e fermarsi ad osservare. Ci si riconosce. Fra coloro che vivono una medesima condizione ci si riconosce quasi subito e, inevitabilmente, si creano rapporti di comprensione, di vicinanza, di fratellanza. L’empatia con i propri simili è così forte che, invece che in un centro commerciale, si ha quasi l’impressione di essere capitati in una seduta di alcolisti anonimi. E si finisce per avere compassione, gli uni per gli altri.

A me del Natale piace tutto, ma mi riesce davvero difficile provare il piacere che provano tutti gli altri esseri viventi nel dedicare un tale dispendio di tempo, di soldi, di energie agli acquisti natalizi.

Le vie dello shopping, si sa, sono infinite. Però, chissà perchè, a Natale bisogna percorrerle tutte. In lungo e in largo. Da cima a fondo. Una moltitudine umana che girovaga incessantemente fra i negozi, a caccia di un regalo. Il più delle volte di un pensierino, di una cosina, di una cosuccia, di una cosetta, definizioni che, solitamente, preludono a regali dimmerda, talvolta dimmerdissima.

Nonostante ciò, lo shopping natalizio non è mai un’operazione semplice e banale. E’ un’esperienza complessa che coinvolge tutta la sfera psicologica dell’individuo. La sua coscienza e, pare, anche la sua autocoscienza. Un fenomeno talmente fenomenale che si può analizzare solo ricorrendo al modello hegeliano. Perchè, secondo la fenomenologia di Hegel, soltanto attraverso l’attenta osservazione dei fenomeni che ci circondano, lo spirito si eleva dalle forme più elementari di conoscenza alle esperienze conoscitive più generali, fino al potere assoluto.

E allora io il fenomeno l’ho osservato, attentamente.

E’ stato però tutto inutile. Questo entusiasmo nel fare acquisti natalizi non lo capirò mai, così come non capirò mai alcuni concetti filosofici.

Esattamente come non capirò mai coloro che, allo shopping, attribuiscono addirittura  un potere taumaturgico e catartico. Sono quelli che pianificano con mesi di anticipo ogni singolo acquisto, che curano ogni piccolo dettaglio, che nulla lasciano all’improvvisazione.

Ahimè, io sono, invece, quella dell’ultimo minuto, quella disorganizzata, quella perennemente priva di idee, quella del regalo last minute.

Quella che, a poche ore dalla cena della vigilia, si ritrova a comprare decine di cose inutili, insignificanti, banali.  Regali talmente brutti che, spesso, superano in bruttezza quelli ricevuti. Regali da manco li cani, come direbbe mia nonna.

E #mlcaward13 (Manco LiCani Award 13) è proprio l’hashtag creato quest’anno su Twitter, dedicato ai peggiori regali di Natale ricevuti.

Un concorso a cui tutti possono aderire e che io, qualora partecipassi, rischierei addirittura di vincere con: sbuccia ananas, set di manicure da viaggio, taglia pilucchi dei maglioni di lana, kit per il punto croce, pigiami di flanella, vestaglie da ospedale, set bagnoschiuma/cremacorpo/profumo alla rosa canina, candele a forma di pupazzo di neve, tazze con agrifogli.  Se non partecipo quindi, è solo per non sbaragliare la concorrenza.

Sempre secondo la dottrina di Hegel,  nella fenomenologia dello shopping natalizio, va inclusa, di diritto, la sottile arte del riciclo. Capita infatti di ricevere un orrendo portafogli in finta pelle marrone, riciclato da così tanti anni che, se si è fortunati, è possibile trovarci dentro persino una banconota da mille lire.

Basterebbe riciclare i rifiuti con la stessa cura e lo stesso impegno con cui si riciclano i regali di Natale e l’Italia sarebbe un paese migliore.

Io comunque, quest’anno, ho preso le dovute precauzioni ed ho scritto una letterina a Babbo Natale (e per conoscenza a parenti ed amici).

Naturalmente, non ho chiesto la pace nel mondo perchè a quella, di solito, ci pensano le miss nei concorsi di bellezza. Mi sono limitata a: scarpe, borse, profumi, libri, pacchetti benessere, viaggi (anche i weekend vanno bene) e gli intramontabili gioielli, esclusi però quelli di bigiotteria, perchè, per fortuna, sono allergica al nichel.

Ma siccome c’è crisi, basta anche il pensiero.

17 pensieri su “Fenomenologia dello shopping natalizio

  1. Essendo da qualche mese uscita dall’Euro non credo che quest’anno avrò il problema di perdere tempo nei negozi! Il pensiero dei regali di Natale credo che sia una tara genetica per cui, pur non potendo acquistare pelapatate, cravatte, spremiagrumi dell’Alessi mi trovo a pensare a chi potrei regalare cosa… per la serie come complicarsi la vita inutilemente.
    Per te avrei pensato ad una bella borsa di Braccialini.

    • Sei comunque più brava di me, visto che pensi preventivamente a chi regalare cosa. Io invece compro i regali in stock, a tutti la stessa cosa così non nascono invidie! 😉
      Ci vediamo stasera!!!

  2. Ogni anno mi dico e dico a mia moglie: niente regali a Natale!
    E ogni anno ci costringiamo a girovagare come pazzi per negozi due giorni prima della data fatidica a cercare i regali più originali e stupidi e inutili da fare agli amici e ai parenti.
    Spendendo cifre che manco la regina Elisabetta si permetterebbe… 😀
    Per non parlare degli stessi originali, stupidi e inutili regali che ricevo.
    Pochi, per sfortuna, e non riciclabili.
    Nicola

    • Mi consola sapere di non essere l’unica! Io, se potessi, sarei disposta anche a pagare un personal shopper e fargli fare gli acquisti natalizi al posto mio. Pensa te come son messa! 🙂

  3. Io sono tra quelle persone che iniziano a comprare regali quasi un mese prima….mentre Francesco è proprio come te…la vigilia di Natale mi costringe a fare file interminabili nei negozi per prendere tutti i regali!!
    Se hai pensato di riciclare un regalo anche a me vorrei lo sbuccia ananas… 🙂

  4. regalini, regalucci, pensierini….. meno male che nessuna delle cose che ti ho regalato era nella lista nera…
    I regali si fanno con il cuore…detesto coloro che a pioggia distribuiscono “pensierini di m…” che niente hanno a che fare con l’affetto, la riconoscenza, la voglia di pensare all’altra persona…
    Dopotutto di solito sono così brutti che nemmeno li puoi riciclare…mannaggia!

    • A dir la verità una volta mi hai regalato una crema per il corpo, ma per portuna era al frangipane e non alla rosa canina o alla pesca o al burro di mandorle dolci, altrimenti nella lista ci saresti finita pure tu, anche se era un regalo fatto col cuore! 🙂
      Comunque i tuoi regali sono sempre azzeccatissimi…quando hai dubbi buttati sui libri che non sbagli mai! (una buona parte della mia “biblioteca” è già merito tuo!)

  5. Eventualmente sono a corto di pantofole imbottite per quando scendo dal letto ed evitare l’impatto con la solita ciabatta fredda

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