Il dente del pregiudizio

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Una mattina, in ufficio, ho ricevuto un’orchidea.

Una bellissima orchidea dai fiori color crema con eleganti pennellate sui toni del porpora. Mi è stata donata da un fornitore. Un gesto carino, un atto di cortesia, di mera simpatia. Certamente non dovuto, comunque sentito e da me, pertanto, apprezzato.

Regali del genere non si dovrebbero accettare. Qui non siamo in Sicilia – è stato il commento alquanto infelice di un mio collega che, dall’alto della sua superiorità geografica e deontologica, mi invitava a restituire la pianta per non dare luogo a spiacevoli fraintendimenti. Durante il suo sproloquio mi è sembrato anche di sentire la parola “tangenti“, ma forse ho capito male io.

E’ lo stesso collega che, ogni volta che mi assento qualche giorno per andare in Sicilia dalla mia famiglia, puntualmente, ormai da anni, mi rivolge la stessa domanda: “Vai laggiù a rinnovare il permesso di soggiorno?”

Battuta che, detta una volta, fa sorridere. Due annoia. Alla terza stanca. No, non mi sono mai sentita offesa dalle sue parole, che ritengo squalificanti solo per lui che le pensa e le pronuncia.

C’è un tempo per parlare ed uno per tacere e di fronte a questo genere di provocazioni preferisco tacere. Sono però una di laggiù, non dimentico.

Laggiù. Uno spazio geografico indefinito, un’area periferica relegata in basso, una zona che inizia dove finisce il nord. Laggiù è comunque giù al sud, un luogo che non esiste da solo, ma solo se riferito a un altro che lo sovrasta. E il sud, quando smette di essere un punto cardinale, diventa stereotipo, diventa pregiudizio.

E’ più facile spezzare il nucleo di un atomo che un pregiudizio, sosteneva Einstein, consapevole che l’errore più grande che si possa fare sia quello di giudicare senza conoscere, di fermarsi ai preconcetti piuttosto che formulare concetti, di cadere nei pregiudizi invece di esprimere giudizi.

In quanto opinione senza giudizio, il pregiudizio è figlio della stupidità, è un atto di presunzione.

Di solito ignoranza e pregiudizio camminano mano nella mano. Di solito il dente del pregiudizio cresce accanto al dente avvelenato.

Peccato, perchè spesso dietro gli angoli del pregiudizio si nascondono delle piacevoli sorprese. Basta fare un passo in avanti o di lato, cambiare punto di vista, scegliere un’altra prospettiva. Senza paraocchi, senza punti cardinali, superando le colonne d’Ercole, anche quelle mentali.

L’orchidea fa bella vista di sè nel mio ufficio.

Nella stanza accanto il mio collega fissa attonito un mappamondo che, per uno strano scherzo del destino, ha i poli invertiti. Quello che era il nord ora è il sud, ciò che era in alto ora è in basso. Anche lui, che è sempre stato lassù, ora è laggiù.

Chissà, forse un giorno capirà che siamo tutti a sud di qualcuno e che ci sarà sempre qualcuno più a sud di noi.

Il fatto che il mio collega parli (male) della Sicilia relata refero, per sentito dire, visto che non c’è mai stato, è già abbastanza singolare. Ma la vera notizia, quella decisamente buffa, è che sua figlia si è da poco fidanzata. Con un valdostano? Con un altoatesino? Magari con un leghista? Macchè! Con un siciliano.

Dio c’è.

18 pensieri su “Il dente del pregiudizio

  1. Dio gli si mostrerà sotto forma di cannoli e cassate siciliane e quando un giorno gli capiterà di conoscere seriamente la Sicilia capirà dove è nata la cultura e dove il sole sorge e riscalda anche gli ignoranti piccoli piccoli come lui.

  2. Quell’Italia a testa in giù non la trovo gradevole.Preferisco vederla come in realtà lo è, perchè mi sentirei a disagio a vivere avvolto da una sicilitudine che non potrebbe mai esssere come l’hai descritta tu di recente, mi mancherebbe quella fratria, quel fenomeno che ci rende unici come d’altronde tu ci hai ben spiegato
    La Sicilitudine e la Fratria non sarebbero le stesse se la Sicilia fosse stata posta in quei gelidi e cupi territori
    Più ti leggo e più mi convinco che lasciare questa terra, spesso per bisogno, ci rende colpevoli dentro, quella colpevolezza che decade quando ritorni a rinnovare il “permesso di soggiorno”
    Salutami il tuo povero collega

    • L’Italia capovolta é solo una metafora per dire che spesso si giudica ció che non si conosce e che anche ribaltando certe situazioni il risultato non cambia. É solo una questione di mentalitá, di guardare le cose da un’altra prospettiva. I concetti di Sicilitudine o di Fratria sono insiti in noi siciliani,sono valori che non dipendono dalla latitudine o longitudine in cui ci troviamo. L’immagine dell’Italia al contrario voleva appunto essere un rafforzativo di questi concetti (o almeno nelle mie intenzioni voleva essere tale). Non mi sento colpevole per aver lasciato la Sicilia (nel mio caso non si é trattato di bisogno ma di scelta) ma quello del pregiudizio era un dente che prima o poi andava tolto. 😉

      • Capisco perfetamente la metafora,io volevo intendere : mettiamo il caso che la Sicilia fosse li,in alto,è probabile che non avremmo questa indole fraterna.Devo dire che li,in quei posti, tutta questa fratellanza non l’ho mai notata La tua posizione dell’Italia capovolta va benissimo Dovrebbe far riflettere e magari indurre a mettere da parte ogni pregiudizio Purtroppo – ahimè – a parer mio la latitudine e la longitudine influisce tantissimo nei popoli. Ci rende diversi da ogni cosa

  3. A questa persona che condivide il datore di lavoro, collega no, perché presuppone una qualche solidarietà, qualcosa che metta assieme, darei solo il silenzio e neppure il saluto. Inutile spiegargli qualcosa, semplicemente non la capirebbe obnubilato com’è dall’ignoranza. Tempo e umanità persa. Per lui non per te.

  4. che bruttissima cosa il pregiudizio! l’ho provato per anni sulla pelle… e mi ha fatto tanto male.
    Poi, da grande, ho capito.
    E’ solo una questione di ignoranza .
    La loro…

  5. hihihi mi ricordo benissimo…..purtroppo ha le sue idee: le orchidee non vanno accettate ma bottiglie di vino e panettoni a Natale si!!

    • Cara Ramona, ognuno ha le sue fisime!
      Ricordo anche di averglielo detto una volta e la sua risposta è stata: “Perchè parli in siciliano? Fisime non è una parola italiana!”
      Per il prossimo Natale propongo di regalargli un bel dizionario! 🙂

  6. Il tuo collega appartiene sicuramente alla generazione di quelli che “Affittasi escluso meridionali”. Passano gli anni ma la mentalità è sempre quella.Che tristezza…

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